Cartelli

Note sul Cartello: Dispositivo per lavorare il sapere

 

Nell’Atto di fondazione della Scuola Freudiana di Parigi [1964], Jacques Lacan propone i piccoli gruppi come principio base di lavoro all’interno della Scuola:

«Per lo svolgimento del lavoro adotteremo il principio di una elaborazione sostenuta in un piccolo gruppo. Ciascun gruppo (abbiamo un nome per designare questi gruppi) sarà composto da un minimo di tre persone, da un massimo di cinque, quattro è la misura giusta. Più una incaricata della selezione, della discussione e dell’esito da riservare al lavoro di ciascuno».

«Quattro si scelgono per proseguire un lavoro che deve avere il suo prodotto. Preciso: prodotto proprio di ciascuno e non collettivo.» J. Lacan, D’Écolage, 11 marzo 1980

Negli ultimi anni –il 18 marzo 1980, in un testo intitolato «Monsieur A.»– egli ripropone questo dispositivo di lavoro per chiunque desideri studiare la psicoanalisi e altri campi del sapere:

«Forza! Riunitevi in molti, incollatevi gli uni agli altri per fare qualcosa e poi separatevi per fare altre cose. Si tratta di sottrarsi all’effetto di gruppo che denuncio».

Lacan chiama questo dispositivo Cartel, adottando il principio di una elaborazione sostenuta e dispiegando –negli anni ed in diversi testi– la logica sottesa a questo dispositivo per lavorare il sapere.

Alcune note:

• Seguendo le indicazioni di Freud sulle masse, Lacan propone un dispositivo che consente il passaggio –attraverso il transfert di lavoro– dalla «suggestione del sapere supposto»… verso «un sapere esposto».

• Il cartello non è un gruppo anzi, Lacan propone questa dinamica per proteggere il lavoro dagli effetti di gruppo. Il gruppo è composto da un insieme di persone rispetto alle quali occupa un ruolo centrale il leader, che concentra su di sé le funzioni del capo. Per il cartello, invece, anziché un capo, Lacan propone una funzione chiamata: «più-uno» [plus-un].

• Ecco la particolarità del più-uno: chiunque può essere il supporto eventuale di questa funzione dunque, qualcuno. I cartellanti possono anche scegliere, estraendola a sorte, «una persona incaricata della selezione, della discussione e dell’esito da riservare al lavoro di ciascuno». Al più-uno spetta di «vegliare sugli effetti interni dell’impresa e di provocare l’elaborazione», agendo contro l’inerzia e attivando le condizioni propizie al lavoro.

• La struttura che Lacan ha pensato per questa praxis, prevedeva che il cartello fosse composto da un numero minimo di quattro persone, un numero ideale è: 4+1.

• La scadenza degli incontri è decisa dai partecipanti e ognuno entra al tema comune attraverso un argomento di ricerca individuale.

• Si lavora per un anno, massimo due, in incontri destinati a dissolversi in un prodotto particolare: «Dal sapere supposto al sapere esposto», lavoro di ognuno insieme ad alcuni altri.

 


 


 

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